lunedì 1 marzo 2010

Il bacio e il romanzo

Quello qui sopra è un mio dipinto che si intitola il Bacio.
Un soggetto abbastanza ricorrente nella storia dell'arte, basta ricordare quello di Hayez, che adesso è stato usato anche per una famosa pubblicità. Tra l'altro io quando rubano le opere d'arte e le ficcano nelle pubblicià mi diverto molto. Una volta ricordo c'era un'auto fiammante e a bordo due facce, una dipinta da van Gogh, l'altra da Modigliani... oppure gli spot della Rai che scimmiottavano i più grandi maestri della storia dell'arte. ma cosa stavo dicendo? ah, il mio bacio. Ecco, io l'ho rappresentato così, un bacio abbastanza alla francese, nel senso che non ci sono proprio dubbi che l'uso della lingua c'è, mica come in certi film, che stanno con le bocche appiccicate ma si capisce che le lingue se ne stanno a casa loro.
Allora, poi, ecco, queste lingue si attorcigliano ben bene, e sono così lunghe che tengono distanti i corpi dei due amanti. a guardare le lingue noto che si è formata una specie di scultura rosa, bella, astratta, che ricorda la forma di un DNA. c'è dentro quel bacio già l'essenza della creazione di un altro essere, il preludio a quello che sarà la fase successiva al bacio, il concepimento... il concepimento è già lì, nella lingua, e cioè nella parola.
Volevo dirlo perchè in fondo scrivere è creare, è baciare la realtà con la lingua e ricrearne un'altra. E forse questa scultura astratta è anche il romanzo stesso, che si estende a tutti i lettori in una specie di bacio ramificato...
basta così, vado a nuotare.